È meglio l’architetto o fare da sé? Penso che chi scrive (quindi io) possa essere di parte, vista la professione che svolgo, ma cercherò lo stesso di fare uno sforzo rimanendo più imparziale possibile.
A mio avviso, per fare una corretta analisi e dare una giusta risposta a questa domanda bisogna porsi un’altra domanda: "mi sento così capace di fare a meno di un architetto?" E allora qui la questione potrebbe semplificarsi. Durante la mia carriera mi è capitato di conoscere persone autorevoli capaci di riuscire a manipolare qualsiasi tipologia di disciplina che le risorse umane conoscano. Ovviamente in casi come questi, è inutile dirlo, l'Architetto è assolutamente inutile. Nella rimanente parte di popolazione (che risulta essere la minoranza) in quel caso forse la figura dell’architetto potrebbe ritornare utile, ad esempio per supervisionare le fasi di lavoro di un'operazione edilizia, per coordinare le fasi preliminari l’inizio del cantiere, per massimizzare costi-benefici di ogni singola opera prevista nel processo edilizio, per dare una linea comune a tutte le maestranze impegnate, insomma per far eseguire un progetto concordato con la committenza. Molti di voi che leggeranno queste mie parole storceranno il naso, pensando nella loro mente "si l'Architetto, a casa mia comando io e si fa quello che dico io" ebbene si in questi casi l'Architetto è una figura totalmente inutile e aggiungo dicendo che in questo pensiero ci sta dentro tutta la storia peggiore dell'Italia recente.
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